Con l’adozione, il 20 settembre 2011, della Dichiarazione Politica della Riunione di Alto Livello dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Prevenzione e il Controllo delle Malattie Non Trasmissibili (documento n. A/66/L1), la lotta contro il cancro è stata ufficialmente riconosciuta dalla Comunità Internazionale come una sfida sanitaria di proporzioni epidemiche che richiede una strategia a lungo termine e un coordinamento su scala mondiale.
A questa Dichiarazione è seguita, nel maggio 2012, l’adozione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dell’obiettivo di ridurre del 25% i decessi prematuri legati alle malattie croniche entro il 2025.
La lotta contro il cancro è, dunque, considerata una priorità a livello mondiale per le Nazioni Unite e per l’intera Comunità Internazionale.
Una situazione allarmante
Secondo i dati raccolti dai nostri medici nei nostri Centri di Fianarantsoa e di Mahajanga, tra il 2008 e il 2013, la situazione dei tumori femminili in Madagascar è decisamente allarmante:
Su 4589 donne visitate, ben 596 sono risultate positive al PAP test (13%)
Il tasso di positività al test HPV è del 23% (199 donne positive su un totale di 883)
Su 85 biopsie effettuate, nel 27% dei casi (23 donne) è stata rilevata la presenza di un carcinoma
14,1 milioni di nuovi casi di tumore, 8,2 milioni di decessi e 32,6 milioni di persone che convivono con la malattia a distanza di cinque anni dal momento della diagnosi: questi sono i dati preoccupanti sui tumori nel 2012 a livello globale, destinati, secondo stime, ad aumentare ulteriormente nei prossimi anni. I tumori più diagnosticati sono quello ai polmoni (1,8 milioni di casi, il 13%), del seno (1,7 milioni, 11,9% del totale) e del colon-retto (1,4 milioni, 9,7%).
Tra le donne, a livello globale, i tumori più diagnosticati sono quelli al seno (1,7 milioni pari al 25,2% del totale), all’utero (più di 500mila casi per la cervice e quasi 320mila per il corpus, pari a quasi il 13%) e al colon-retto (9,2%, più di 600mila casi).
In termini di mortalità, le statistiche mostrano come, a livello globale, si sia ancora molto distanti dallo sconfiggere la malattia: 14% di decessi per tumori al seno e più del 10% per quelli del collo dell’utero.
cancro della cervice
A causa della scarsa conoscenza della malattia, oltre che alla crescita e dell’invecchiamento della popolazione, i paesi in via di sviluppo sono affetti da un continuo aumento del numero dei tumori. Il 57% (8 milioni) dei nuovi casi di tumore, il 65% dei decessi annuali (5,3 milioni) e il 48% dei malati di cancro a cinque anni dalla diagnosi (15,6 milioni), sono le cifre allarmanti che testimoniano come i paesi in via di sviluppo siano duramente colpiti da questo flagello.
Inoltre, sembra che i casi di tumore siano più gravi tra le donne dei paesi in via di sviluppo, piuttosto che tra le donne occidentali, probabilmente a causa delle condizioni di vita più difficili. Più del 60% del numero totale dei casi di cancro nel mondo, infatti, si verifica in Africa, Asia e in America centrale e del Sud, e in queste regioni il numero totale dei decessi dovuti ai tumori ogni anno raggiunge la cifra spaventosa del 70%.
Perché i tumori femminili?
Nelle regioni meno sviluppate del mondo, l’incidenza del tumore al seno e all’utero è impressionante: quasi 900mila casi di tumori al seno (pari al 23%) e più di 500mila casi di tumori all’utero (15,6%). Se a queste cifre si aggiunge l’assenza, per cause culturali, sociali ed economiche, di un sistema di diagnosi precoce, oltre che di trattamento della malattia, è facile capire perché anche le percentuali di mortalità siano così elevate (rispettivamente del 14,3% e del 12%).
Impressionante è anche il dato secondo cui più della metà dei pazienti abbia meno di 45 anni nel momento in cui avviene la diagnosi del tumore, un’età in cui le donne sono ancora giovani, produttive ed hanno figli ancora dipendenti interamente dai genitori.
Se come già mostrato i tumori femminili sono molto diffusi e, soprattutto, hanno un tasso di mortalità elevatissimo in tutta l’Africa, in Madagascar la situazione è particolarmente grave: nel 2012, su 9466 nuovi casi di tumori femminili, il 35% (3371 casi rilevati) è all’utero (corpus e collo), con un tasso di mortalità pari al 55,47%.
Per quanto riguarda i tumori al seno, la situazione non migliora: 1799 casi rilevati, pari al 19% del totale, con un tasso di mortalità del 49,14%9.
I numeri reali rischiano di essere ancora più elevati di quelli rilevati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, se si pensa che all’interno del paese sono attivi solo tre reparti di oncologia e non esiste una raccolta dati a livello centrale.
Gli unici dati disponibili raccolti dalle strutture pubbliche sono quelli dell’Ospedale Joseph Ravoahangy Andrianavalona (HJRA) di Antananarivo, secondo cui i tumori al collo dell’utero e al seno rappresentano il 50% (nel 2008) e il 75% (nel 2010) dei casi di tumore presi in carico.